sabato 31 gennaio 2009

Hai gia' sentito parlare di Pandora?

Pandora nasce dall’idea di costruire uno spazio di informazione indipendente per raccontare quei pezzi di realtà che non finiscono mai sugli schermi televisivi, o che sono sistematicamente manipolati e addomesticati.
Un programma televisivo da mandare in onda in chiaro sul satellite, su molte reti analogiche regionali e sul web, per raggiungere un pubblico consistente, di cui fanno parte molti telespettatori che hanno come unica fonte di informazione la TV generalista.
Pandora vuole diventare un punto di riferimento e un esempio autentico di televisione di servizio pubblico, cioè una televisione che risponde ad un unico editore, i cittadini. Per questo chiediamo ai cittadini di sottoscrivere un "abbonamento volontario", non solo per se stessi, ma anche per tanti altri che nemmeno conoscono e che magari non si sono mai posti il problema della libertà di informazione.
500.000 euro è la cifra di cui abbiamo bisogno per realizzare una prima serie di puntate settimanali e tante finestre di informazione sul web e sul satellite. E' una cifra consistente, ma purtroppo è consistente anche l'impegno economico necessario a realizzare il format con uno standard professionale elevato, l'unico in grado di rendere autorevole la nostra voce.
Per tutto questo, ti chiediamo di partecipare al progetto Pandora, registrando la tua adesione sul nostro sito: http://www.pandoratv.it: così potremo sapere quanti siamo e tenerti sempre al corrente della strada fatta e delle prossime tappe. E ti chiediamo di parlare di Pandora con tutte le persone che possono essere interessate: non abbiamo risorse per grandi campagne pubblicitarie, la nostra forza si basa solo sul passaparola. E soprattutto ti chiediamo un aiuto concreto: anche il tuo contributo può fare la differenza. E far diventare Pandora una voce diversa a "portata di telecomando"...
L’associazione Canale Zero e il gruppo di lavoro di Pandora
Tutte le informazioni per l’adesione e per il versamento le puoi trovare sul nostro sito: http://www.pandoratv.it
Hanno firmato l’ Appello per una informazione libera lanciato da Megachip nel marzo del 2008:
Giulietto Chiesa, Lucio Barletta, don Aldo Benevelli, Anna Maria Bianchi Missaglia, Maurizio Cabona, Caparezza, Sergio Cararo, Franco Cardini, Felice Casson, Paolo Ciofi, Antonio Conte, Giorgio Cremaschi, Francesco De Carlo, Tana de Zulueta, Arturo Di Corinto, Laura Di Lucia Coletti, Claudio Fracassi, Luciano Gallino, don Andrea Gallo, Silvia Garambois, Giuliano Giuliani, Udo Gümpel, Sabina Guzzanti, Serge Latouche, Mario Lubetkin, Manolo Luppichini, Empedocle Maffia, Lucio Manisco, Gianni Minà, Giuliano Montaldo, Roberto Morrione, Diego Novelli, Moni Ovadia, Franco Pantarelli, Valentino Parlato,Riccardo Petrella, Carlo Petrini, Franco Proietti, Lidia Ravera, Ennio Remondino, David Riondino, Roberto Savio, Francesco Sylos Labini, Antonio Tabucchi, Chiara Valentini, Gianni Vattimo, Vauro, Elio Veltri, Dario Vergassola, Alex Zanotelli.

http://www.pandoratv.it/upload/Composizione%201.swf

martedì 27 gennaio 2009

Il giorno della memoria

Auschwitz, 27 gennaio 1945. Quando le truppe sovietiche entrano nel campo di concentramento, liberano i pochi superstiti e svelano al mondo gli orrori commessi con lo sterminio nazista.
Il 20 luglio 2000 il Parlamento italiano istituisce il Giorno della Memoria, per non dimenticare.
Gli ebrei deportati dall' Italia e dal Dodecaneso furono 8.566, di cui 5.557 morirono di stenti o nelle camere a gas.
link:
http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/specialied/visualizza_new.html_872267302.html

sabato 24 gennaio 2009

LO SAPEVATE ?!

DOSSIER: gli eventi eccezionali su VERONA
Termina con questo approfondimento la nostra inchiesta sul clima di una delle città più miti della Valpadana, anche se spesso temporali e grandine ne segnano le stagioni più burrascose.


Nella città dell'Arena la neve non si è mai distinta per abbondanza.
Abbiamo già avuto modo di illustrare come il clima di Verona sia sostanzialmente influenzato dalla posizione orografica. In particolare dalla forte protezione esercitata dalla catena alpina - nella fattispecie dai Monti Lessini - posti immediatamente alle sue spalle. Un'azione quindi di riparo dalle fredde correnti settentrionali, contrariamente a quanto avviene per le città emiliane, chiaramente più esposte e senza protezione rispetto alle correnti che arrivano da nord e da nord-est.
Concentriamo ora la nostra attenzione su tutti quegli eventi eccezionali che hanno caratterizzato o sconvolto il tempo della città dal dopoguerra ad oggi. Partiamo dalla neve, che come noto cade in città molto raramente, sia per mancanza di effetto "Stau", sia per la frequente trasformazione dei fiocchi in neve a causa dell'arrivo, spesso solo in quota, dello scirocco dall'Adriatico. Non trascurabile l'effetto mitigante dell'isola di calore, pari a circa un grado in più in città rispetto alle zone rurali contermini, durante le situazioni perturbate.
L'evento nevoso più importante del dopoguerra, datato 22 febbraio 1948, ha scaricato sulla città appena 24 cm di neve in 36 ore di precipitazione. Davvero poca cosa. Non è andata meglio in annate fatidiche per il grande gelo e per la neve come il 1956, il 1963, e il 1985, quando lo spessore del manto depositatosi in un singolo episodio nevoso o comunque in un breve raggio di tempo, massimo 72 ore, non ha mai superato i 21 cm. Proprio nel 1985, mentre città come Bologna e Milano quasi sparivano sotto 60/70 di coltre nevosa, a Verona la nevicata di quell'anno non riuscì a totalizzare che 14 miseri centimetri.
Con le dovute eccezioni però. Se a meno di 24 ore dall'inizio della nevicata in città la neve si trasformò in pioggia, all'aeroporto di Villafranca, distante circa 6 km dal centro città, la nevicata proseguì per altre 10 ore, depositando al suolo più di 20 cm di manto. A Mantova (meno di 40 km a sud) lo strato nevoso raggiunse quell'anno i 38 centimetri. Analogo è il comportamento meteorologico di molte altre nevicate (febbraio 1991 e dicembre 1995).
Nel loro complesso i mesi più nevosi dal 1945 ad oggi sono stati il dicembre 1963 con 27 cm e il gennaio 1987 con 25 cm, quantità cadute però in tre distinte nevicate. Per la cronaca, nel leggendario febbraio 1929 caddero in città circa 40 di neve, non di più.
Sempre in fatto di neve, a Verona non mancano tuttavia le sorprese.
Non ultima quella del 17 gennaio 2001, quando a Padova e Venezia caddero solo 2 cm, ma a Verona la precipitazione nevosa proseguì insolitamente fino a depositare complessivamente 9 cm. Da segnalare anche alcune nevicate tardive sui Monti Lessini con 15 di neve oltre i 1.200 metri il 2 giugno 1962 e una decina di centimetri caduti il 9 luglio 1962 oltre i 1.400 metri di quota.
Rarissimi gli episodi di gelicidio registrati nell'ultimo mezzo secolo: capitò seriamente, compromettendo la circolazione stradale, il 29 dicembre 1971 e, più di recente, nel giorno di Natale del 1999, quando piovve con una temperatura di -1,5°!
In fatto di gelate tardive, le più dannose furono sicuramente quelle del 6 e 7 maggio 1957, con temperature scese fino a -1° in aperta campagna, fino a -6° al suolo. L'evento provocò decine di miliardi di danni in tutta la Valpadana. Danni anche per le tremende gelate del 10/12 aprile 1949, con minime scese fino a -8° al suolo in aperta campagna.
Tremende gelate tardive furono anche quelle del 17/20 aprile 1997, provocate da violente discese di aria fredda dai quadranti nord-orientali. Tre giorni prima, per effetto del phoen la temperatura aveva localmente sfiorato i 25 gradi!
Trovandosi esattamente alla corrispondenza tra il margine settentrionale della Valpadana e le prime ripidissime pendici prealpine (una parte della città, le Torricelle, già vi si arrampica), Verona deve fare spesso i conti con i torrenti d'aria fredda che dalle tante vallate alpine piombano in pianura da aprile ad ottobre.
Tutta quest'aria fredda settentrionale scende dalle valli trovando spesso una pianura surriscaldata, caratterizzata dalla presenza di aria calda e umida, con la quale contrasta violentemente dando origine a manifestazioni temporalesche spesso violentissime. Più volte i temporali hanno scaricato oltre 20 millimetri d'acqua in meno di 20 minuti. Il 25 luglio 1972 caddero addirittura 62 millimetri d'acqua in un'ora e nel 1996, nella mattina del 30 luglio circa 60.
Relativamente alle raffiche di vento, Verona si trova a fare i conti con la furia di Eolo in più situazioni meteorologiche: con il fhoen, lo scirocco e con i venti di groppo delle situazioni temporalesche.
Un furibondo temporale del 22 luglio 1976 scatenò una vera bufera sulla città, con raffiche che superarono i 135 km orari, il record eolico del dopoguerra. L'arrivo di correnti fredde settentrionali richiamate da un profondo minino sulla Valpadana di 984 hPa scatenò attorno alla mezzanotte del 30 marzo 1995 un vento impetuoso con punte di 125 km orari, accompagnato da violenti scrosci di pioggia. Nel corso di un violento temporale il 3 agosto 1968 il vento arrivò fino a 122 km/ora.
Se Verona è poi visitata mediamente da 34 temporali all'anno, non è detto che questi debbano verificarsi tutti da aprile a ottobre. Se mancano del tutto segnalazioni di temporali in gennaio, non sono invece mancate manifestazioni temporalesche novembrine e dicembrine, anche di una certa intensità. Il più curioso di questi risale al 25 dicembre 1973, quando una Verona natalizia venne insolitamente interessata da un furioso temporale con grandine (anticipato dallo scirocco), fino a ricoprire di palline di ghiaccio tetti, strade e prati della città.
Un fatto analogo capitò anche il 22 dicembre 1979: in quell'anno vi fu un violento temporale mattutino con grandine preceduta da raffiche di scirocco fino a 110 km orari. L'unico temporale con neve risale al dicembre del 1963, ma si verificò dalle parti di Legnago, cittadina della bassa. Mai tale fenomeno ha interessato la città.
Anche la grandine è purtroppo una buona frequentatrice dei cieli del veronese.
Assieme a Vicenza e Asti quella di Verona è la provincia italiana statisticamente più interessata dal fenomeno. Colpa dei tanti sbocchi vallivi (tra i quali la Val d'Adige e lo stesso Lago di Garda) che con perfetto asse nord-sud, agevolano la violenta discesa d'aria fredda da nord, producendo intense celle temporalesche nell'alta pianura, soprattutto nella parte est della provincia, dove il numero delle valli è maggiore.

Tra le manifestazioni grandinigene più dannose annoveriamo quella del 29 giugno 2000, tale da sconvolgere tutta la parte est della città, con chicchi grandi come uova. Ma in passato è successo di peggio. Un'altra furiosa grandinata capitò nell'agosto 1984. Il 12 agosto 1963 si sviluppò un autentico uragano sul Garda; la zona di Peschiera fu letteralmente mitragliata da chicchi di grandine grossi come pesche. Un episodio simile è accaduto il 15 settembre scorso.
Impressionante la grandinata che colpì la località di San Pietro In Cariano (bassa Valpolicella) il 30 luglio 1989. Taluni chicchi, arrivarono a misurare 7 cm di diametro!
Relativamente alla bassa pianura, violentissime manifestazioni grandinigene hanno interessato il legnaghese alla fine di agosto del 1993 e nel settembre 1994, al termine di due estati particolarmente calde. Micidiale per tutta l'alta pianura dal Lago di Garda al vicentino (Verona compresa) anche le grandinate del 25 agosto 1958 e quelle del luglio 1965, dopo il giugno più caldo del secolo.
L'Adige, il fiume che attraversa Verona, ha fatto paura tante volte, ma di fatto non esonda in città dal 1882. Nel 1951, 1966 e 1982 - e in misura minore nel 1992 - e nel novembre 2000, ci si è andati vicini.
Un ultimo dato interessante riguarda le trombe d'aria. La più devastante tromba che abbia interessato il veronese negli ultimi 10 anni risale al 5 ottobre 1992: attorno alle ore 17 di quel giorno un vero imbuto abbattè la propria forza distruttiva tra le località di Grezzano e Villafranca, scoperchiando case e abbattendo centinaia di alberi.
Ricordiamo tuttavia che la più terribile tromba segnalata in Valpadana risale all'11 settembre 1970. Più che una tromba d'aria fu un vero tornado; si originò sui Colli Euganei, circa 8 km a sud-ovest di Padova interessando poi tutto il veneziano fino a Jesolo, provocando al suo passaggio 40 morti, 20 dei quali per il rovesciamento di un vaporetto a Venezia-città. I venti al suo interno raggiunsero i 300 km all'ora.

mercoledì 21 gennaio 2009

The last one is Barack Obama!


Forty-four Americans have now taken the presidential oath. The last one is Barack Obama! It 's true!



yes,we can!

sabato 10 gennaio 2009

VOLTA LA CARTA



C'è una donna che semina il grano volta la carta si vede il villano il villano che zappa la terra volta la carta viene la guerra per la guerra non c'è più soldati a piedi scalzi son tutti scappati Angiolina cammina cammina sulle sue scarpette blu carabiniere l'ha innamorata volta la carta e lui non c'è più carabiniere l'ha innamorata volta la carta e lui non c'è più. C'è un bambino che sale un cancello ruba ciliege e piume d'uccello tirate sassate non ha dolori volta la carta c'è il fante di cuori. Il fante di cuori che è un fuoco di paglia volta la carta il gallo si sveglia Angiolina alle sei di mattina s'intreccia i capelli con foglie d'ortica ha una collana di ossi di pesca la gira tre volte in mezzo alle dita ha una collana di ossi di pesca la conta tre volte intorno alle dita. Mia madre ha un mulino e un figlio infedele gli inzucchera il naso di torta di mele Mia madre e il mulino son nati ridendo volta la carta c'è un pilota biondo Pilota biondo camicie di seta cappello di volpe sorriso da atleta Angiolina seduta in cucina che piange, che mangia insalata di more. Ragazzo straniero ha un disco d'orchestra che gira veloce che parla d'amore Ragazzo straniero ha un disco d'orchestra che gira che gira che parla d'amore. Madamadorè ha perso sei figlie tra i bar del porto e le sue meraviglie Madamadorè sa puzza di gatto volta la carta e paga il riscatto paga il riscatto con le borse degli occhi Piene di foto di sogni interrotti Angiolina ritaglia giornali si veste da sposa canta vittoria chiama i ricordi col loro nome volta la carta e finisce in gloria chiama i ricordi col loro nome volta la carta e finisce in gloria.

martedì 6 gennaio 2009

METEO BEFANA

Questo si che è inverno! La neve per qualche giorno e poi tanto freddo specialmente al nord. (VENTOLYN fai un pupazzo di neve, fotografati affianco e spediscimi la foto) O.K.

sabato 3 gennaio 2009

Sventol@ il gusto... e il buon Jazz!

I venerdì delle osterie (02/01/'09)
Per i venerdì delle osterie (ma sarebbe meglio dire delle hostarie), questa volta si torna nel cuore della Valpolicella: a Castelrotto, che più “polesela” non c’è o quasi! L’occasione ce la offre il consueto evento live dei Fly Jazz a l’Hostaria agl'Angeli, dove i nostri sono oramai di casa. I gestori del locale (li citiamo tutti così non si offende nessuno, e poi quando capiterà ancora di finire su Sventol@ il blog!?): Marcella, Graziano e Betta che smessa di nidificare è tornata a darsi il suo bel da fare, coniugano sin dal '99 la cordiale ospitalità con la buona musica. (03/02/'09 POST IN CORSO D'OPERA)
L’appuntamento è per le 22, ma noi si va prima per riempire le fauci con il rinomato taglierino di formaggi e salumi proposti dalla casa ( provenienti da fornitori rigorosamente selezionati!), per poi cibarsi di sola musica accompagnata da un bicchiere mai vuoto di vin brulé! Vera novità, anche se preannunciata, è rappresentata da Rickimori, che concede un po’ di riposo al tanto amato eufonio, per cimentarsi con il basso tuba, e anche se lo preferiamo come eufonista, bisogna ammettere che l’effetto del nuovo strumento nei classici ‘40/’60 del repertorio Fly risulta essere ovviamente più grave ma gradevole! La band non si risparmia e ci da dentro di buona lena (bello il siparietto dedicato a Valentina!?, festeggiata di turno!). Altra chicca, sono le composizioni dell’Aldegheri: ben inseriti nella miscellanea, dove non stonano affatto, anzi! Bella è Euphonia, dove si ritorna a l’antico, o al futuro, in fondo sono attualmente i filicorni (che sia euphonium o basso tuba, il risultato non cambia) del Ricki a caratterizzare il quartetto!
Stasera ci sono proprio tutti gli aficionados dell’hostaria; i cultori… e anche quelli meno amanti del jazz, ma che si lasciano volentieri cullare dalle note che provengono dalla vecchia cantina e dai fumi del brulè. In prima fila Madame Gaspar e la Lucy/e dell’Alde. Per una sera, Paoloballini, orfano del suo trio, è venuto a gustarsi quello che fanno gli altri! Assenti ingiustificati: Gunthar, lontano dal suo Reno, se n’è rimasto nel mite clima del lago in compagnia di tiepide bionde; MK, andatosene a svernare nelle Puglie, e la Giordy, che da quando si fa chiamare Garganella (da garganega!), evidentemente preferisce altre valli!
In definitiva: bella location, proverbiale accoglienza ( ma non siamo
i primi scoprirle http://verona.tonight.eu/locale/hostaria_agli_angeli , anche se non è mai troppo tardi!) e ottima la musica a detta di tutti, e lo diciamo anche noi… ma noi che i Fly li amiamo da sempre non facciamo testo, e siamo già pronti a seguirli anche Bolzano il …. data del prossimo concerto! Giudizio complessivo forse un po’ ruffiano, ma per un locale e una jazz band così, si farebbe davvero fatica a non esserlo. Stop, finito... si consegna alle stampe... pardon, al web! (05/01/'09)
Per Sventol@ ...il blog!
Ventolyn Price (alias Vale, così pare!)